“La danza è un atto reale perché esiste fuori noi, il corpo serve solo a renderla visibile agli occhi.”
Come il DNA muta e si evolve dalla conservazione di un errore produttivo, il punto di partenza del processo creativo è l’accoglimento dell’inciampo: opportunità di scoperta di una dinamica fino a quel momento ignorata, che si rivela più efficiente, funzionale e progressiva.
È una danza fatta di tentativi di salvezza, di autenticità e onestà, in cui la verità viene accolta a favore di un’estetica istintiva ed ecologica.
Il corpo danzato è immerso in un sistema condiviso che trasforma incessantemente se stesso, alla ricerca della propria redenzione.
Inevitabilmente accoglie nella narrazione e lascia spazio allo spettatore come osservatore attivo, coinvolto, ingerito.
Emergono così le relazioni umane e le relative discrepanze, i luoghi delle emozioni, dell’intimità, della crescita e del riscatto, che creano un ambiente dinamico all’interno del quale il corpo si lascia danzare.
Ed è proprio in quell’urgenza di restituire visibilità alle realtà che già esistono dentro ognuno di noi, ma che non hanno ancora trovato un loro linguaggio, che si definisce la chiave di lettura delle creazioni di DNA.